Giovedì, 01 Marzo 2018 17:38

Imposta di bollo e conto deposito: cosa c'è da sapere?

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Nel momento in cui valuti e confronti conti deposito differenti, uno dei criteri che possono orientare la tua scelta è rappresentato dall'entità delle spese di gestione dei diversi conti. A tal proposito, è utile essere consapevoli del fatto che l'imposta di bollo, in apparenza inevitabile, in realtà può essere azzerata se si è in grado di individuare il conto giusto. Prima di scoprire come fare, tuttavia, è necessario compiere un passo indietro e tornare al 2012, anno in cui tale imposta è entrata in vigore. Ma di che cosa si tratta, essa viene applicata ai conti correnti in misura fissa, nel senso che è sempre la stessa, mentre per i conti deposito è proporzionale. Proprio per questo motivo, alcuni istituti di credito possono decidere di assumere su di sé l'onere del pagamento, con lo scopo di attirare nuovi clienti. 

La differenza tra i conti correnti e i conti deposito

Per un conto corrente con una giacenza media che va oltre i 5mila euro, è prevista una imposta di bollo pari a 34 euro e 20 centesimi all'anno: una somma che in alcuni casi può salire fino a 100 euro. Per un conto corrente con una giacenza media di meno di 5mila euro, d'altro canto, non ci si deve preoccupare dell'imposta, che non viene applicata in virtù di un'esenzione ad hoc. A proposito dei casi di esenzione automatica, essa è prevista anche per chi presenta un ISEE che non supera i 7.500 euro. E per i conti deposito?

Che si sia in possesso di conto Esagon o di una soluzione sottoscritta con un'altra banca, la norma è sempre la stessa, e prevede che venga applicata una tassa equivalente al due per mille dell'importo che è stato versato. Come fare per non pagare, allora? Per chi va oltre la giacenza di 5mila euro, non c'è altra soluzione che quella di informarsi per scoprire quali sono i conti che consentono di evitare il versamento dell'imposta. Ci sono diversi conti correnti online che mettono a disposizione tale opportunità. 

Un esempio concreto

Si immagini di avere intenzione di investire una somma di 10mila euro: è ovvio che si tratta di un capitale tutto sommato ridotto, e non avrebbe senso un investimento il cui rendimento venisse eroso dall'imposta di bollo. Piuttosto che ricorrere a un conto corrente, dunque, è meglio affidarsi a un conto deposito, cercandone uno che non preveda il pagamento di imposte. Allo stato attuale, la convenienza del conto deposito appare evidente: si tratta di una formula consigliata a tutti coloro che desiderano investire una parte più o meno consistente dei propri risparmi senza correre rischi. I tassi che vengono garantiti dalle banche, in genere, sono piuttosto modesti, ma vale comunque la pena di scegliere i conti depositi perché i loro rendimenti sono sicuri.

Il suggerimento è quello di optare per i conti vincolati, almeno a 12 mesi o - ancora meglio - a 24 mesi. Così, si può essere certi di non dover temere gli alti e bassi dei mercati e di non doversi preoccupare delle oscillazioni della scena economica italiana e internazionale. Non è superfluo mettere in evidenza che più è ampio l'orizzonte temporale connesso al vincolo e più gli interessi sono elevati: insomma, più si aspetta e più il rendimento cresce in percentuale. Per essere certi di usufruire di profitti massimizzati, non c'è soluzione migliore che quella di puntare su prodotti garantiti da banche che paghino la tassa connessa all'imposta di bollo, così da non dover preoccuparsi di un monte utile ridotto.

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